martedì 28 agosto 2007

Lettera dal Borgo della Pace.

– Dipingi la pace - 24.08.07


Visitate il nostro sito:www.dipingilapace.it



Siamo come un ulivo che, nella profondità della terra assetata, assorbe olio profumato per l’umanità.




Ciao Paolo,
volevo innanzitutto ringraziarti per la possibilità che ci hai offerto.
I ragazzi sono stati entusiasti dell’esperienza e noi capi altrettanto.
Il lavoro che tutto lo staff di Dipingi la pace porta avanti con coraggio e fatica
È un lavoro veramente fondamentale e lo si capisce solamente vivendo in prima persona il bene che fate.
L’esperienza con i bambini è stata veramente importante ed è sempre bello potersi stupire della velocità con cui le persone ti entrano nel cuore e sanno lasciare un pezzo di loro dentro di te.
Un abbraccio da Bologna a te a Sergio, Deborah e Rosi con la speranza di vederci molto presto.
Enzo
capo clan Bologna15

Riprendiamo l’esegesi del nostro caro don Walter.

Cari amici e care amiche, ben ritrovati.Vi scrivo dalla mia nuova postazione pastorale: la Parrocchia "Dio Padre" di Milano 2 (Segrate,Mi). Riprendo con questa settimana l'invio dell'introduzione al Vangelo domenicale. A tutti l'augurio di una serena ripresa dei propri impegni di lavoro. don Walter M.
XXI Domenica del Tempo Ordinario – 26 agosto 2007



“Ave, Tu barca di chi ama salvarsi; Ave, Tu porto a chi salpa alla Vita” (dall’inno Akathistos)

Luca 13,22-30: [22]Passava per città e villaggi, insegnando, mentre camminava verso Gerusalemme. [23]Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Rispose: [24]«Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno. [25]Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: Signore, aprici. Ma egli vi risponderà: Non vi conosco, non so di dove siete. [26]Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze. [27]Ma egli dichiarerà: Vi dico che non so di dove siete. Allontanatevi da me voi tutti operatori d'iniquità! [28]Là ci sarà pianto e stridore di denti quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio e voi cacciati fuori. [29]Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. [30]Ed ecco, ci sono alcuni tra gli ultimi che saranno primi e alcuni tra i primi che saranno ultimi».


Cari amici e care amiche, ben ritrovati!

Col brano evangelico di domenica prossima (XXI del Tempo Ordinario, 26 agosto 2007, Lc 13,22-30) assistiamo alla scena di Gesù che “passava per città e villaggi, mentre camminava verso Gerusalemme”. Se predicando Gesù finisce per sostare là dove la gente vive, la Sua mèta resta comunque Gerusalemme (Lc 9,51). Ed ecco allora che “un tale gli chiese: ‘Signore, sono pochi quelli che si salvano?’”. C’è del pessimismo calcolato – se solo pochi si salvano, quanti saranno? – e dell’interesse celato: sarò annoverato tra questi “pochi” eletti?
Interrogativi rintracciabili anche nel ritorno del sacro e del religioso nella cultura Occidentale, che pure rimane avvolta nell’indifferenza teologica e nel relativismo dei valori (Benedetto XVI). Anzi, l’accento quantitativo della questione così posta tradisce un’inevitabile autoreferenzialità. La stessa debolezza della fede cristiana oggi si radicherebbe in una accentuata preoccupazione di sé (compreso l’assillo per la destinazione ‘post mortem’), incapace di compromettersi in una sincera relazione col Dio di Gesù Cristo, che solo per amore Si è fatto carico della salvezza di ogni uomo, volendo “che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità”(1 Tm 2,4).

La risposta di Gesù punta più in profonditài. Non è in questione sapere ‘quanti’ si salveranno (e pure: io mi salverò?), piuttosto: cosa comporta il fatto che proprio Gesù (“Dio salva”) è il Salvatore. Per questo comincia a raccontare servendosi di immagini e parabole.
La prima è metafora famosa: “Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno”. Se pure Gesù non sembra disprezzare una lettura quantitativa della salvezza, la questione diventa cruciale: se, infatti, la porta è stretta, allora solo uno alla volta la può attraversare. Senza più alcun effetto di trascinamento: l’appartenenza a un gruppo, a una etnia culturale, a una religione o a una chiesa non è più una garanzia.
Ma se l’accento della metafora cade propriamente sulle misure della porta, allora è la fede cristiana la “porta stretta” che chiede continuamente serietà e coraggio: “porta stretta è la Parola di Dio quando appare povera e indifesa, senza sostegni di ordine razionale, e richiede pertanto il rischio della fede. Porta stretta è l’amore evangelico che deve raggiungere anche chi non è amabile. Porta stretta è Gesù che oggi vediamo camminare in direzione di Gerusalemme dove dovrà affrontare la sofferenza e la morte” (L. Pozzoli, L’acqua che io vi darò, Paoline, 2006. p 219). Così dirà, infatti, Gesù di Sé stesso: “Io sono la porta: se uno entra per me, sarà salvato, entrerà e uscirà, e troverà pastura” (Gv 10,9).
E a noi, che siamo invitati ad attraversarla, non si chiede un generico dimagrimento, una moralistica semplificazione di sé. Ma piuttosto di esercitare quella stessa umiltà che caratterizza continuamente Gesù quando si rapporta al Padre Suo. Questo abbandono fiducioso alla Sua misericordia, così come Gesù ha sempre confidato nel Padre, è il senso ultimo della nostra salvezza. Sino ad accettare di stare in situazioni persino complesse (infernali), senza mai disperare in Chi, per amore, ci stringerebbe a Sé per sempre (Silvano del Monte Athos),

Se, dunque, la ragione per la quale le vergini della parabola, che, non avendo con sé l’olio per le lampade trovano la porta della sala di nozze sbarrata, è una presuntosa ignoranza (Mt 25,1-13), si comprende meglio l’altro racconto contenuto nella risposta di Gesù: “quando il padrone di casa si alzerà (si desterà) e chiuderà la porta, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: ‘Signore, Signore, aprici’. Ma egli vi risponderà: 'Non vi conosco, non so di dove siete’”. Per un verso, c’è un’allusione esplicita al risveglio che proprio la Sua resurrezione ha comportato dopo il sonno della Sua morte; per un altro, la ripresa della metafora della porta, applicata proprio alla Sua stessa morte e risurrezione finisce per costituire il termine invalicabile, oltre il quale non può più essere cercata alcun’altra forma di salvezza. Prescindere presuntuosamente da ciò che Lui è stato e ha fatto per amore nostro, con la Sua morte e risurrezione, significa autoescludersi dall’amore e dalla salvezza che Dio stesso, in Gesù, ha inteso donare a tutti gli uomini.
Così l’inferno è fatto da tutti coloro che, avendo rifiutato le conseguenze del estremo gesto d’amore di Gesù, ora stanno “fuori” dalla porta: “Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze. Ma egli dichiarerà: Vi dico che non so di dove siete. Allontanatevi da me voi tutti operatori d’iniquità! Là ci sarà pianto e stridore di denti quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio e voi cacciati fuori”. Anche Paolo, del resto, aveva notato le conseguenze negative che una superficiale partecipazione al banchetto eucaristico comporta inevitabilmente: “chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna” (I Cor 11,27).

Così, alla metafora della porta da attraversare e alla parabola della porta chiusa segue infine l’immagine di una porta totalmente spalancata: “Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio”. Il fatto è che se la salvezza è offerta a tutti, non tutti l’accolgono. Per questo Gesù conclude dicendo: “Ed ecco, ci sono alcuni tra gli ultimi che saranno i primi e alcuni tra i primi che saranno ultimi”. Non è un gioco di parole. Nella lotta per entrare singolarmente e liberamente attraverso la porta del Regno, il primo della fila diventa l’ultimo e l’ultimo il primo. Infatti, chi è già esistenzialmente ultimo diviene primo perché proprio questa è stata la condizione voluta da Gesù, “il quale essendo ricco si è fatto povero per voi” (2 Cor 8,9; ma anche Fil 2,6); mentre chi ha preteso d’essere primo, o mai si dovesse trovare ad esserlo, imparerà a stare all’ultimo posto, come Gesù che “non è venuto per essere servito ma per servire e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti” (Mt 20,28).

Che il Suo gesto eucaristico continui a insegnarci la bellezza e la grandezza dell’umiltà e il Suo sguardo misericordioso ci custodisca nella pace.


don Walter Magni

email: donwaltermagni@gmail.com
Parrocchia “Dio Padre” (Milano 2, Segrate) +39 (02) 2640640
cellulare: +39 (338) 5702355

Caro P. Paolo,

Abbiamo ricevuto il tuo libro sul Borgo della Pace e la tua bella lettera: grazie davvero !
Il libro ci aiuta a capire ancora meglio l’ esperienza che abbiamo vissuto, scoprendo la storia del Borgo e la sua origine spirituale.
L’esperienza al Borgo della Pace, l’ incontro con i bambini i volontari e le altre comunità scout, lascerà una segno profondo in ognuno di noi e nella nostra Comunità di Clan.
Nella verifica di fine campo molti hanno sottolineato che si portano a casa una maggiore chiarezza sulla loro scelta di servizio: per alcuni è stato un momento di scelte e per altri ancora l’ occasione per riprendere con fiducia un cammino di crescita nella fede e nel servizio.
Per tutti una esperienza forte, che ci lascia con la voglia di impegnarci nel costruire insieme quella civiltà dell’amore che abbiamo visto realizzarsi al Borgo nell’ impegno e nel lavoro quotidiano.

Per quanto riguarda la conferenza a Cuneo siamo ben felici di organizzarla: fateci sapere quando e incominciamo a trovare il posto e a diffondere la notizia.

Un forte abbraccio a tutti voi !


Buona Strada
Elena, Ezio e Paolo
e il Clan del gruppo scout AGESCI Cuneo 1
Caro Don Paolo,
sono Benedetta(detta anche Benny...pittrice di vetrate!) la volevo ringraziare per essere una persona splendida e per l'immenso lavoro che ha fatto per aiutare questi bambini ad avere una loro vita,una loro identità...
ora che sono a casa con la mia famiglia sento ancora di più la diversità...sento ancora di più che è giusto,doveroso e possibile fare qualcosa...
La ringrazio per l'opportunità che ci ha dato,di vivere questa bellissima esperienza che ci ha uniti come gruppo scout e ci ha fatto crescere e cambiare insieme.
Grazie per aver reso speciale il nostro lavoro che poteva sembrare"inutile".
Sperando di averla presto dalle nostre parti...
Un saluto a tutti i volontari che ci hanno sostenuto durante la settimana.
Con affetto
Benedetta
(Cuneo 1)

Carissimo Don Paolo,
sento vivo dentro di me il desiderio di esprimerle tutta la mia personale gratitudine e quella dei giovanissimi di AC per la cordiale e fraterna accoglienza che ci avete riservato nei giorni del Campo-scuola vissuto nel Borgo della pace.
Ci avete fatto sentire a casa nostra!
Abbiamo potuto constatare nei giorni di permanenza a Tumminia come la vostra casa, sognata dalla sua lungimiranza pastorale e realizzata grazie al contributo di tanti volontari, è davvero opera della Divina Provvidenza.
Tutto nel Borgo della Pace è segno della gratuità.
Proprio per questo nel cuore di chi sosta per qualche giorno nella vostra casa non può che sbocciare un sentimento di sincera gratitudine.
I nostri giovanissimi nei giorni del campo-scuola sono stati illuminati dall’icona evan­ge­li­ca del Buon Samaritano. Con grande senso di fraternità sacerdotale mi sento di poterle dire che lei, carissimo don Paolo, non è stato come il sacerdote della parabola che vide il malcapitato e “passò oltre”. Lei ha saputo fermarsi per soccorrere non un semplice mal­ca­pi­tato ma tutti coloro che sono nati e vissuti in un ambiente a forte infiltrazione mafiosa e attraverso il suo poliedrico impegno al servizio del Borgo Vecchio ha saputo andare “oltre” il comune e tradizionale impegno del semplice parroco che esercita il suo ministero nella splendida città di Palermo.
Tutto ciò ha comportato oltre al rischio per la sua incolumità fisica anche la grande sofferenza per un’accusa che l’ha costretta ad allontanarsi per un certo tempo dalla Città di Palermo da lei tanto amata.
Ho provato un immenso piacere nel rivederla nuovamente a Palermo impegnato nel suo servizio alla guida dell’Asso­cia­zio­ne “Dipingi la pace” da lei voluta e fortemente promossa.
Il Signore Gesù l’assista sempre con la sua grazia e lo sostenga con il suo santo aiuto perché il suo servizio sia sempre più efficace in vista della crescita integrale dei ragazzi assistiti dalla sua Associazione.
Come segno della mia personale gratitudine per i giorni trascorsi al Borgo della Pace voglia accogliere anche la promessa di un fraterno ricordo nella preghiera.

p. Enzo Smriglio
Parroco della Cattedrale di Patti
e Assistente Diocesano del settore giovani di AC

Suggerimenti da parte di Gregorio Lo Giudice di Messina.

TERZO SETTORE : progetti sociali, nuovi fondi al no profit Entro il 5 ottobre le domande per i finanziamenti al no profit Entro il 5 ottobre dovranno pervenire al Ministero le domande di partecipazione per l'assegnazione dei fondi (11 milioni) con i quali si intende finanziare i progetti innovativi presentati da associazioni di promozione sociale iscritte nel Registro nazionale. Le aree di intervento privilegiate saranno i disabili, infanzia e adolescenza, disagio socio-economico, condizioni non autosufficienza, immigrazione e pari opportunità. Lo prevede la direttiva del 23 luglio pubblicata sulla G.U. del 21 agosto 2007.


La voce di magenta e Lgnano 9:

Salve Don Paolo sono Giulia del Legnano 9....il viaggio è andato molto bene e siamo finalmente arrivati a casa....a dir la verità la prima mail non avrei dovuto scriverla io ma non potevo aspettare ancora: innanzitutto volevo ringraziarla per avermi dato l'opportunità di venire al Borgo della Pace.Anche se la settimana è stata molto dura e contro ogni mia aspettativa credo finalmente di aver capito cosa intendeva quando diceva che saremmo stati ripagati per il nostro impegno... ogni sera il cellulare squilla e sentendo la voce di Marco, Sabrina o degli altri bambini il cuore si riempie di gioia e quasi mi commuovo!Non sono sicura di essere riuscita a trasmettere qualcosa di concreto ai ragazzi del Borgo ma credo che queste telefonate significhino che qualcosa tra noi è nato e questo mi ripaga di ogni sforzo fatto! Ora la saluto sperando di risentirci al più presto...mandi un bacio a tutti i bambini da parte mia ancora grazie.

E’ stata una bella esperienza che permette di schiarire pensieri e dubbi personali attraverso la realtà siciliana e l’animazione dei ragazzi. Per quanto riguarda l’animazione devo ammettere che non avevo mai fatto così tanta fatica, tuttavia il risultato è stato di gran lunga migliore perché mi sono resa conto di avere ricevuto talmente tanto dai ragazzi da non potere restare zitta al mio ritorno a casa.


Sono stata contenta di questa esperienza nonostante la fatica e la stanchezza fossero spesso presenti. La solidarietà dei bimbi, la voglia di stare insieme, la gioia di cantare o di scoprire gesù mi hanno colpito e portato ad amarli ancora di più. La felicità è nata dal semplice stare con i bambini e sentirti trist perché sono tornati a casa e dal cercare di lavorare per rendere la casa dove loro potevano essere tranquilli un po’ migliore di come fosse già.


Sono stata molto soddisfatta di questo servizio, tanto sconvolgente e disorientante all’inizio, quanto capace di sorprendere, di commuovere, di cambiare una persona, anche in una sola settimana.


Sono stata entusiasta di questa esperienza, mi ha permesso di aprire gli occhi e di scoprire realtà che non credevo possibili. I bambini con i loro sorrisi e con le loro tristezze sono stati in grado di trasmettermi e di regalarmi tanto, forse più di quello che io ho potuto donare a loro. Sono veramente grata della possibilità che mi è stata donata e spero, attraverso i miei racconti, di riuscire a trasmetterla a chi non ha potuto viverla.


Quando sono arrivata al Borgo della Pace non mi aspettavo di trovare un associazione così bella, così “ricca”, così grande e soprattutto così forte. Sono stata veramente molto felice di aver animato i ragazzi e di aver fatto servizio in quel bellissimo posto, in mezzo alle montagne, distante da Palermo.


Per me è stata un’esperienza forte e costruttiva. Mi piacerebbe tanto poterla condividere anche in futuro insieme ad altre persone; non vedo l’ora tornando a casa di poter raccontare le cose che ho visto, le storie raccontate, e storie di una terra, di bambini, di mafia e specialmente poter portare come esempio anche nella mia vita, la via di Don Paolo nel suo cammino. E’ stato meraviglioso, non lo dimenticherò mai, perché è rimasto impresso nella mente, ma soprattutto nel cuore.


Più che felice, sono cresciuto. L’esperienza con i ragazzi mi ha formato e convinto che un mondo migliore è possibile.


E’ stata un esperienza formativa che ci ha permesso di conoscere una realtà molto lontana e diversa dalla nostra. Siamo partiti con l’idea di fare del bene a dei ragazzi, mostrandoci spesso spavaldi ed arroganti, non rendendoci conto di quanto anche loro potevano offrirci.


E’ stata un esperienza molto bella ma anche difficile, però mi aspettavo sarebbe stata molto più pesante. Il lavoro che fate qui è davvero importante ed è bellissimo vedere l’impegno e la passione di chi fa parte da tempo di questa associazione.


Da questa iniziativa porto a casa parecchie riflessioni. Innanzitutto l’aver condiviso una settimana con questi ragazzi mi ha permesso di uscire fuori dai soliti schemi di animazione con i “soliti ragazzi” e mi ha permesso di conoscere loro e la oro realtà (anche se credo di dover imparare ancora tanto prima di poter dire di conoscerli). Ho anche avuto modo di spendere alcune competenze studiate ain università (scienze dell’educazione) e di imparare nella relazione con questi bambini più che leggendo molti libri. Ho capito molte cose sul “problema mafia” uscendo dagli stereotipi che ci vengono passati dai media in modo molto grossolano. Tramite gli incontri di formazione (in particolare l’incontro-testimonianza con Giovanni Impastato) ho avuto modo di conoscere direttamente chi lavora contro la mafia e ciò mi ha permesso di approfondire, seppur in minima parte, la conoscenza del territorio. Mi sarebbe piaciuto molto approfondire questo aspetto, ma sarà per un'altra volta. Per quanto riguarda il mio cammino di crescita personale invece credo di aver vissuto tante piccole cose che probabilmente rielaborerò con il tempo.


E’ sempre una sorpresa rendersi conto di quanto ci si affeziona ai ragazzi alla fine di una settimana !.Ovviamente il tipo di animazione che si ha in mente prima di partire è diversa, ma il bello è proprio “solo” cercare di mettersi fianco dei ragazzi e vivere qualche giorno “speciale” insieme. E’ utilissimo anche il servizio: svolgere alcuni lavori (che sembrano inutili perchè non sono i giochi per i ragazzi) in realtà serve per capire che ogni minimo servizio è utile e bello per il bene di tutti (nonostante la fatica di farli sotto il sole!!!). C’è la speranza che una piccola nostra fatica resti per loro un segno di speranza; per me lo è stato. Grazie anche per le parole di Don Paolo, Giovanni Impastato e tutti gli altri.


- QUALI SONO STATE LE DIFFICOLTA’ ?


Credo che la difficoltà principale sia stata il relazionarsi con i bambini diversi da quelli che siamo abituati ad animare. Dopo i primi 2/3 giorni penso sia migliorato il rapporto con loro, anche perché abbiamo, o almeno ho, capito che sono bambini come tutti gli altri, con gli stessi sogni ma con molta speranza in più.


Inizialmente è stato un po’ difficoltoso essere accettati dai bambini; comprendere l’importanza della nostra presenza, del nostro esserci per i bambini; lo spirito di improvvisazione è stato parecchio disorientante ! però una volta entrati nel gioco si impara ad improvvisare; vedere l’utilità in qualcosa che non sembrava essere utile.


Il cercare di educare bambini e far rispettare loro le regole e nello stesso tempo farsi apprezzare; il riuscire a cogliere ciò che era utile fare senza una precisa indicazione.


Ci sono stati momenti difficili quando i bambini facevano gli indifferenti alle nostre proposte di giochi o quando si comportavano maleducatamente. Altri momenti, più che difficili, strani, sono stati quelli in cui i bambini iniziano a raccontare la propria situazione familiare, il proprio passato e anche il proprio presente. Alla felicità di aver conquistato la loro fiducia spesso si sostituiva la paura di dire qualcosa di sbagliato, che potesse ferirli.


Le prime difficoltà sono state l’impatto iniziale con i bambini, e tutto il lavoro di recupero da organizzare insieme nella completa autonomia. E’ stato difficile coordinare i bambini e a volte attirare la loro attenzione per coinvolgerli nelle attività. C’è stato qualche fallimento forse nei primi giorni, per come li rimproveravamo, oppure nel modo in cui stavamo loro vicini. Ad ogni modo si sono creati legami, affetto, nonostante siamo stati un equipe, un gruppo di anime di passaggio… ma ne è valsa veramente la pena; Hanno aperto il nostro cuore. Li abbiamo visti in molte sfaccettature. Abbiamo ascoltato la mattina, in un paradiso meraviglioso parole bellissime racconti di vita veri … che quando siamo a casa sembrano a noi così lontani. Siamo riusciti a toccare con mano anime, e noi ci siamo lasciati toccare da ciò che Gesù aveva apparecchiato per noi … una settimana intensa.


I ragazzi non ascoltano le urla di rimprovero, devi riuscire quindi a formulare “frasi toste” per attivare la loro attenzione in modo da insegnargli così cosa è giusto e cosa è sbagliato.


Le difficoltà con i ragazzi sono nate dal fatto che facevo fatica a comprendere da quale esperienza uscissero i ragazzi. Capito questo, è stato tutto più facile.


Un esperienza non può essere veramente bella se non presenta delle difficoltà. Forse un mio errore è stato quello di non aprirmi subito verso questi ragazzi, ma di restare lì in attesa non sapendo come far breccia al loro cuore, come attirarli, come renderli felici; ma poi appena ho capito che il loro primo bisogno era semplicemente il nostro affetto, mi sono aperto e anche loro hanno ritirato il guscio da “duri”.



Ciao Paolo,
volevo innanzitutto ringraziarti per la possibilità che ci hai offerto.
I ragazzi sono stati entusiasti dell’esperienza e noi capi altrettanto.
Il lavoro che tutto lo staff di Dipingi la pace porta avanti con coraggio e fatica
È un lavoro veramente fondamentale e lo si capisce solamente vivendo in prima persona il bene che fate.
L’esperienza con i bambini è stata veramente importante ed è sempre bello potersi stupire della velocità con cui le persone ti entrano nel cuore e sanno lasciare un pezzo di loro dentro di te.
Un abbraccio da Bologna a te a Sergio, Deborah e Rosi con la speranza di vederci molto presto.
Enzo
capo clan Bologna15


Programmate i vostri campi di lavoro, i vostri ritiri spirituali al Borgo della pace. Per informazioni: 349 2897568.
Per programmare conferenze o mostre “Arte per la vita” telefonare al 339 2187764.
Il nostro numero di c/c postale è : 10298909
Associazione Dipingi la pace – Piazza della pace, 3
90139 Palermo.

I libri disponibili: con un libro della pace sostieni i progetti educativi di Dipingi la pace a Palermo, assieme costruiamo la civiltà dell’amore.





Il paese dell’anima: Paolo Turturro (euro 5,00)
Due preti raccontano la libertà: B. Ghiroldi e P. P. Turturro (euro 5,00)
Il Canto dell’amicizia: Giusto Misiano (euro 5,00)
La vita di Gesù Cristo in campagna: S. Manzella (euro 5,00)
Oltre le parole: T. Ganci (euro 5,00)
Sprazzi di luce: A. Vucusa. (euro 5,00).
Due amici incontrano Alda Merini: S. Bovi e P. Turturro (euro 5,00).
Le ali della terra di P. Turturro - 5 euro.
Colori di ali spezzate di P. Turturro – 5 euro.
Onori a Carmine di S. Caronna euro 5,00.
Protesta di un cristiano di terz’ordine. S. Caronna euro 5,00.
Il Borgo della pace di Paolo Turturro, euro 5,00.
Cristo nostra vita di Anna Maria Cànopi – Basilica san Giulio Lago d’Orta – Novara.



Grazie del tuo aiuto.

Chi ama, dona con gioia. Dipax




E’ uscito il meraviglioso libro dei ragazzi di Magenta, intitolato: Racconti innocenti con in copertina i fiori secchi realizzati dalle famiglie di Messina, Gruppo La fraternità di Rosario Alaimo. Il libro sarà presentato al più presto a Magenta nelle scuole e in città. Il ricavato andrà per sostenere i progetti di solidarietà di Dipingi la pace. Palermo.

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